Sei un Wargamer…

#ilgiannizzeronero #seiunwargamer Sono stati dei giorni piacevoli con provocazioni, dissertazioni, puntualizzazioni e attacchi al dogma 🤣🤣🤣🤣🤣. In realtà il nostro hobby si è arricchito con tutte le ultime nuove proposte e malgrado qualcuno non passerà mai all’hex and counter e ai principi del wargame tradizionale, sarà sempre un piacere vedere un tavolo con Fire in the Lake o Nevsky. Vi ho spinti al confronto, a riflettere e alla grande ricchezza che abbiamo sia dal passato che dal presente e chi ben mi conosce dal vivo, sa che giochiamo tutto e con tutti. Nessuno viene escluso e nelle convention o alle fiere sa che non si nega mai un tavolo a qualsiasi tendenza. Siamo tutti semplici giocatori che hanno delle preferenze e nessuno di noi può avere il diritto di bandire. Non siamo riuniti a Trento a ribadire la giusta via del credo. Appena possibile una nuova diretta podcast video per celebrare quanto si è raggiunto grazie a tante nuove proposte. La lista creata per divertirci e su cui basarci è stata modificata e ampliata, mantenendo l’ironia che non deve mancare. Sarà pubblicata appena possibile. Certo è altrettanto spiacevole aver letto alcuni commenti pesanti e sprezzanti, ignorando quanto spazio abbiamo dedicato ai “legnetti” di Commands and Colors, Coin e Levy che non abbiamo mai messo da parte fin dall’inizio. È divertente fare l’Inquisizione qualche volta con termovalorizzatore al seguito 🤣🤣🤣🤣🤣. Continueremo a parlarne nel pieno rispetto della tradizione e dell’innovazione. Stay Tuned! 🥳

 

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Il Sondaggio – Giocare in solitario

 

#ilsondaggio Non proprio una felice situazione quella dei wargamer in Italia. Molti sono costretti a giocare in solitario, mentre quasi il 20% gioca per scelta in solitario. Quasi in controtendenza rispetto a quanto spesso si sostiene su un’analisi completa di un qualsiasi wargame. Il 30% conferma (ci aspettavamo una percentuale più alta) che la comprensione completa di un wargame passa per l’interazione. Seguiremo anche la strada di incentivare i tornei e spingere la pratica.

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Storia del Mondo in 100 Wargame – Il Medioevo

#storiadelmondoin100wargame #dawnofbattle #ashdown Messaggio pubblicitario ! In effetti a chi interessa la battaglia di Ashdown? 🤣🤣🤣🤣🤣. Ma ne approfittiamo per ricordare che è in dirittura d’arrivo il secondo volume della trilogia dedicata alla storia del mondo in 100 e piú wargame e alle possibilità offerte dal board wargaming di riviverla. Grazie alle fatiche della Edizioni Chillemi di Chillemi Bruno e della Chillemi Games entro la fine del 2024 in omaggio ai soci dell’anno prossimo potrete leggere il nostro compendio ( ci saranno anche gli interventi di Marco Mengoli e Ronald Peschiani ) riguardo il Medioevo con una lunga serie di wargame testati, giocati e consigliati. Nella foto il buon wargame Dawn of Battle di Mike Nagel che con un ingegnoso e curato sistema di gioco ci permette di ricreare molte battaglie senza dimenticare l’ottimo Ancients della Victory Point Games praticamente introvabile. Il terzo volume è già iniziato e presto un upgrade del primo. Avete presente Lord of the Rings? Ecco, tutt’altra cosa!!! Il secondo volume sarà molto più corposo e con meno paragrafi dedicati alla didattica in aula ( a cui dedicheremo una sezione finale).

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Caccia a Tito – Operazione Rosselspung (Vae Victis 151) di Andrea Cuffini

Raccogliendo l’invito a “postare” recensioni sui giochi oggi parlerò di capturez Tito : operation rosselspung 1944 edito da Vae Victis N. 151 edizione speciale con gioco.
BREVE CENNO STORICO SULL’OPERAZIONE:
fu un’operazione condotta il 25 maggio 1944 dal 500^ battaglione paracadutisti SS (forza di 1140 uomini). Questo reparto era stato costituito per effettuare operazioni speciali contro i partigiani ed i 2/3 della forza era costituita da uomini delle SS condannati dalla corte marziale per violazioni non gravi del codice militare.
Lo scopo era catturare o eliminare Tito L’operazione colse di sorpresa i partigiani ma la mancanza di informazioni sulla reale ubicazione di Tito non permise di catturare o eliminare quest’ultimo.
L’operazione si concluse comunque con una vittoria tedesca.
IL WARGAME
è un classico wargame point to point dalla grafica accattivante come lo stile delle pubblicazioni Vae Victis ci ha abituato.
La sequenza di gioco si articola in 5 fasi:
1. Eventi e lancio dei paracadutisti,
2. Attivazione dei partigiani presenti nello stesso punto dei paracadutisti e/o adiacenti (in questo caso è necessario il tiro di un d10).
. Movimento
. Altra attivazione dei partigiani.
. Attacco (fuoco/assalto).
3. Azione dei partigiani
4. Fase amministrativa
5 verifica condizioni di vittoria.
Sono presenti 3 modalità di gioco:
Difficile, medio, facile e ad ogni grado di difficoltà corrispondono la quantità di munizioni che si consumeranno durante le fasi di attacco. Se termineremo le munizioni la partita terminerà.
Premesso che non ho ancora finito la partita lo consiglio ( divertimento assicurato con buona rigiocabilita’).
Consiglio anche un buon libro sull’operazione:
Caccia a tito Leg.
Alla prossima
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Combat Commander (GMT) – Lo scenario 2

#combatcommander La prima attivazione nello scenario 2. Il wargame Combat Commander non è perfetto, essendo un card driven se non hai una carta che ti permette di eseguire l’azione, devi per forza seguire una strada alternativa. Nello scenario il giocatore americano dispone di artiglieria in grado anche di sparare granate fumogene ( nella fattispecie anche le squadre americane hanno questa possibilità) e in qualsiasi azione tattica che si rispetti, aprire con un appoggio dell’artiglieria è consigliabile. Fra le sei carte dell’attaccante abbiamo pescato la carta ordine Artillery Request ( il mazzo americano ne ha ben 9 a disposizione su 72 carte) ed eseguiremo un fuoco di sbarramento fumogeno per favorire l’avanzata delle squadre americane. In ogni caso come si definisce alla Todorov che si può parlare di Letteratura Fantastica nel momento in cui il lettore esita fra realtà e fantasia grazie allo scrittore, possiamo dire la stessa cosa in un wargame che spinge il giocatore a immedesimarsi nel comandante di plotone o compagnia e chiamare via radio l’appoggio dell’artiglieria con le mille problematiche date dall’incertezza del combattimento. Se non avesse pescato Arty Request, il giocatore attiverebbe una squadra che possa lanciare bombe fumogene e favorire l’avanzata dei “colleghi”. Stay Tuned! 🙂

 

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Tanto Monta (GMT) – Atto Terzo di Nando Ferrari

TANTO MONTA: atto terzo
Come ogni martedì ci siamo ritrovati per proseguire la partita di Tanto Monta, gioco che si sta dimostrando sempre più avvincente ed intrigante. Ribadisco che questo reportage, che spero possa interessarvi, è una disamina dal punto di vista del giocatore spagnolo (io, me, medesimo… d’altra parte chi se non un Fernando, mio nome di battesimo, poteva prendere le parti di Ferdinando d’Aragona?).
Turno intenso ed impegnativo: in una serata abbia giocato esattamente il quarto turno. Ora ne mancano al massimo 3 per terminare la partita, anche se esiste sempre la possibilità che essa finisca prima, grazie alle condizioni di vittoria automatica. Ed in effetti il quarto turno si apre con un dilemma. Per ottenere la vittoria “militare” occorre che un giocatore metta in gioco TUTTI i segnalini di controllo della “chiavi” che si trovano sulla sua scheda-giocatore. Il mussulmano ha piazzato tutti i suoi segnalini, gli mancano solo le due chiavi del sultanato berbero, che entra in gioco all’inizio del turno 4. Una delle due chiavi, però, non viene assegnata immediatamente al mussulmano. La città di Algeri, infatti, entra come città neutrale e nessuno può entrarci. L’evento “reggenza di Algeri”, che è un evento obbligatorio, se non esce entro la fine del turno 5 si verifica in modo automatico e fa diventare Algeri una chiave nazionale mussulmana. Il dubbio che ora ci coglie è il seguente: il mussulmano ha pescato per caso questo evento? Se così fosse saremmo spacciati, perché egli è primo come ordine di turno e giocando l’evento non ci lascerebbe il tempo di portargli via almeno una chiave! Fortunatamente la carta (come scopriremo alla fine del turno) non è stata pescata da nessuno e quindi c’è il tempo per agire contro gli infedeli. Mantengo la situazione di pace con i portoghesi (pace di Alcacovas firmata) ed anche la Francia accetta di lasciarmi agire contro il pericolo mussulmano. Attacco Almeria e do l’assedio, infliggendo 3 perdite (su 4 unità presenti), ma il mussulmano utilizza una delle sue carte nazionali, che mi costringono a ripetere il tiro lanciando 3 dadi in meno. Faccio 2 perdite, ma nell’impulso successivo mi libero delle 2 fanterie rimaste arroccate e conquisto la città. Preparo la mossa per un attacco poderoso contro l’esercito Nasrid e dopo averlo isolato a Grenada lancio la battaglia con il Gran Capitano. Nel lancio dei dadi ho un culo devastante: tiro 22 dadi e faccio 11 perdite, vaporizzando l’intero esercito avversario! Grenada viene conquistata e il pericolo mussulmano viene tolto di torno. In seguito gioco l’evento “Cristoforo Colombo scopre il Nuovo Mondo”, che mi consente di piazzare finalmente una colonia (la prima) in America e di ottenere 2 PV. Attenzione, l’evento è utilizzabile per ottenere la scoperta con una qualsiasi nave “NAO” (sigla che non viene definita nelle regole, ma ritengo stia per “navigator overseas), non necessariamente con il NAO speciale denominato Cristoforo Colombo, che entra in gioco, insieme a quello di Vasco de Gama, quando viene giocato l’evento che scatena i viaggi transoceanici. Infatti, poco dopo, tale evento viene giocato e così il potente NAO di Colombo appare finalmente sulla mappa (valore equipaggio 3, che significa avere un drm di +3 su tutti i tiri nelle tabelle di navigazione, terra incognita, e cartografia). Colombo lancia i 2 dadi per scoprire la sua prima “terra incognita”, la zona oceanica 1. Tiro un terrificante 2 e Colombo affonda istantaneamente (era l’unica possibilità!). Nel frattempo il portoghese sta dilagando, da solo, nella colonizzazione. Alla fine del turno arriverà ad aver piazzato 9 colonie nelle coste africane, ottenendo una quantità imbarazzante di preziose risorse, che nessuno può depredargli, visto che è proprio lui a controllare 5 porti dell’Africa settentrionale!
In Italia prosegue la campagna del francese, che dopo Milano conquista anche Modena. Muore Ferdinando Ferrante di Napoli ed il regno cessa di esistere. Spagna e Francia si dividono alcune località del meridione e ci si accorda per spartirci 2 località strategiche: lui si becca Garigliano, io Cerignola. Nel frattempo, a livello diplomatico, ho subito due duri colpi. E’ apparso un nuovo papa, che ha preferito affidarsi all’alleanza del francese, lasciandomi con le pive nel sacco. Come non bastasse il perfido mussulmano ha provocato un controllo diplomatico su Venezia, che il francese, tirando un mefitico 6, è riuscito a strapparmi!. Mi ritrovo con 4 flotte in meno, anche se con le 5 del Mediterraneo non ho avuto problemi a distruggere l’unica flotta Nasrid. Negli ultimi impulsi il mussulmano decide di attaccare il portoghese in nord Africa, nel tentativo di portargli via il porto di Anfa (che vale doppio) e di poter così depredare le innumerevoli risorse in arrivo dalle colonie a fine turno. Deve però prima sconfiggere la flotta portoghese piazzata nell’Atlantico, altrimenti i porti non si possono assediare. Ci prova 2 volte, ma viene sonoramente sconfitto. Il mattino dopo ci arriva un messaggio nella chat di gruppo da parte del portoghese: “il mussulmano non poteva attaccarmi, non eravamo in guerra!”. Aaaaargh, ma come si fa, dico io, a non rendersene conto? (sono cose che capitano nella convulsione del momento…). Finisce il turno con i matrimoni reali. Riesco a far sposare 2 figli, il maschio automaticamente (mica ha bisogno di dote!), la femmina grazie alla cospicua dote messa a disposizione. Poi si controlla se qualcuno degli sposi (anche quelli sposati in precedenza) muore. Isabella (la figlia di Isabella…) muore solo tirando 1. Tiro 1 e crepa. John delle Asturie, quello appena sposato, muore solo tirando 1. Crepa pure lui. Imprecazioni per la sfiga e invocazioni a Manitù, a Odino, a Thor, al Dio cristiano, a Budda perché ritorni un po’ di fortuna. E la fortuna torna. Nella fase di pesca delle carte del turno 5 faccio il botto e riesco a pescare TUTTE le carte possibili, perfino quella per il controllo di Maiorca (che si ottiene solo tirando 6 e solo nei turni dispari). Avendo salvato 2 carte del turno 4 mi ritrovo con una mano di ben 14 carte. Purtroppo si tratta di carte di valore basso (nessuna da 5 o più!).
Mi rendo conto di un’altra “dimenticanza” di fine serata. La conquista di 2 delle 3 chiavi Nasrid mi consentiva di chiedere la resa del regno, anche se con la conseguenza di una rivolta Morisco. La situazione dovrà essere quindi aggiustata la settimana prossima e dovrebbe consentirmi di recuperare altri 2 PV. Al momento la classifica vedrebbe quindi il Portogallo in testa con 35 PV, poi la Spagna con 33, poi la Francia con 29 ed infine il Mussulmano con 25. Il Portogallo era arrivato ad avere 6 punti di vantaggio sul secondo. Se arrivasse ad averne 7 a fine turno (partendo dal turno 4) vincerebbe una vittoria automatica. Pericolo per ora scongiurato.
Ora si profilano tempi più difficili per la Spagna. Entro fine turno morirà Isabella di Castiglia e questo comporterà una serie di sventure che dureranno potenzialmente fino alla fine del turno 6. Non sarà facile tenere a freno il portoghese, che con le sue colonie dispone di una serie incredibile di risorse che forniscono CP aggiuntivi (ben 22 ne ha messi da parte!). Occorrerà fare qualcosa, magari dandosi alla pirateria nelle acque dell’Atlantico meridionale e dell’Oceano Indiano.
Inutile aggiungere, come capirete da questo resoconto, che il gioco ci sta proprio coinvolgendo! Certo, è lungo, ha una marea di regole e regolette, ma vale davvero la candela.
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Wargamer si wargamer no

#ilgiannizzeronero Ringrazio veramente tanto tutti coloro che sono hanno commentato con cognizione di causa il mio post precedente riguardo la dichiarazione di guerra pacifica ( per utilizzare le parole di Giuseppe Bianchi) e rispondo sperando di soddisfare alcune perplessità sorte e apparenti contraddizioni. Non c’é contraddizione nel momento in cui proponiamo di provare mini Wargame, di giocare le serie di Borg o similari e quando evidenziamo le peculiarità del nostro hobby in quanto ci rendiamo conto che non é possibile avere una base di giocatori partendo da Wargame di livello 7 su 10 e piú. La divulgazione deve essere graduale e basta osservare cosa facciamo a Modena con il BG storico, area che Casus Belli ha fatto nascere proprio per fare capire: il Wargame é per tutti. Esiste però il rovescio della medaglia. Inclusivitá e accoglienza non devono significare appiattimento e annacquamento dell’hobby. Visto che avete parlato di Undaunted e Quartermaster General che sono titoli di successo…ma per chi? Per coloro che desiderano un gioco da tavolo in cui la simulazione passa lí per caso. Li giochiamo? Si certo come mi piace trascorrere una serata a Risiko oppure Root ( beh…devo esserci costretto 🤣). Ma molti di noi desiderano qualche cosa in più, non un gioco da tavolo con le immagini del sergente York, bensì qualche cosa di più strutturato, che ci offra almeno l’illusione della simulazione di quel dato evento storico. Ma dico sempre dipende dalle aspettative e un giocatore può giocare per tutta la vita Commands and Colors e sará sempre ben accetto. Il sondaggio sulle meccaniche preferite, pur generico, ha ricordato quanto ancora l’hex & counter sia al primo posto con tutte le sue peculiarità ( vedi tabelle di combattimento, del terreno, dadi, regole particolari per meglio rappresentare certi eventi). Quindi? Tutti a bordo, ma si pretende rispetto e riconoscimento del Wargame con la lettera maiuscola. E ricordarsi che 46 anni fa ( ne ho 59) se volevi studiare e giocare un Wargame come ASL, come Drive on Stalingrado o le serie di Essig e Berg, non avevi bisogno di passare per giochini camuffati da Wargame. Volere é potere. Manca il desiderio di approfondire e leggere, di sforzarsi e potrebbe diventare deleterio alla lunga. Ma facciamo buon viso a cattiva sorte e vediamo come sia possibile fare fronte a una superficialitá crescente che impedisce di leggere più di qualche paginetta. Impegno, costanza e studio sono necessari. Attenzione non ne faccio un discorso elitario: seguite le vostre passioni, ma non confondiamo. E il discorso “superficialitá” si connette direttamente al male di questo scorcio di millennio: la proliferazione degli influencer e dei designer.
Parliamo in chiave negativa dell’influencer di turno quando ci propone un Wargame al giorno ( e quando li giochi?) oppure del designer che non ha mai provato Wargame “storici” che servono a comprendere fino in fondo le caratteristiche che ci contraddistinguono. La “spettacolarizzazione” e i social hanno cambiato la percezione del nostro hobby e anche noi abbiamo dovuto adeguarci: vedi l’amico che mi ha spinto a creare video o quando avviai il podcast. E ribadisco che ho peccato anche io, seguendo troppi Wargame e rendendomi conto a un certo punto: cosí non può andare, stai diventando approssimativo e non va bene per un hobby che richiede esperienza di gioco. Da qui la conversione a U, parliamo di vero Wargame e quando é stato veramente giocato in più sessioni. Ho fatto un esempio diretto con certe trasmissioni, bravissimi conduttori, tanto di cappello, ma francamente dopo aver ascoltato analisi o prime impressioni di un Wargame conosciuto mi son detto: accidenti quante cose inesatte, ma te ne accorgi perché conosci il Wargame. Un segno? Si. Belle trasmissioni, ma dietro il vestito nulla. E questo va ad aggravare la situazione. Kickstarter da leggenda, che fanno del prossimo Wargame il sistema di gioco definitivo, oppure recensioni preproduzione che cantano le lodi del nuovo profeta del Wargame. Ho detto che malgrado l’aumento della produzione, il nostro hobby si basa ancora su quei 50 titoli, numero che incrementiamo di poche unità ogni tanto. Discorso finale va a serie ben fatte e riuscite quali Coin e Levy & Campaign, sistemi di gioco a forte caratterizzazione storica, ma allo stesso tempo freddi e per niente simulativi se rapportati alle unità in gioco che sono fortemente astratte. Grandi sistemi? Si, ma non ci rappresentano, anche se mi piace giocarci. Ibridi che probabilmente renderanno il numero di giocatori più elevato, ma poco rappresentativi della “tradizione” che va salvaguardata. Abbiamo i nostri Shakespeare, Aristotele, Dante o Platone. Sono queste colonne che ci danno un’identità. Da qui la dichiarazione di guerra a certe tendenze, ma in realtà come al solito il benvenuto va a tutti coloro che arrivano in questo gruppo e avró e avremo sempre una parola gentile e di accoglienza verso qualsiasi modello di gioco. Il prossimo podcast verterá sull’argomento: non siamo tutti Wargamer!!!! 🤣🤣🤣🤣🤣
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Il podcast – Wargamer si wargamer no

#ilgiannizzeronero Il podcast dell’altro giorno ha avuto molta risonanza nel nostro piccolo mondo. Il mio registro era chiaramente provocatorio e ho sparato palle incatenate 🤣🤣🤣🤣🤣 ( ma bisogna pur creare audience tipo zanzara 🤣). Ovviamente ci sará modo di discuterne in futuro e sarà divertente analizzare dove va il nostro hobby. Qualcuno parla di scontro generazionale, altri di una diversa sensibilità e poi ci sono coloro che giocano tutto. Al di là che nessuno si deve sentire svilito e deve seguire quello che si sente di fare ( e sarà sempre benvoluto). Il punto era: abbiamo ormai più influencer e designer che giocatori. Ho sottolineato che siamo tutti peccatori. Questi social ci spingono a creare video, podcast e quant’altro e sottraggono ( dobbiamo essere sinceri) tempo al momento più gioioso del nostro hobby: trovarsi al tavolo a giocare perché alla fine sono le ore di volo che contano, non certo le impressioni che si traggono da un primo assaggio. Troppi sono i wargame prodotti, tanti “designer”, tanti unboxing, 10 wargame appoggiati sul tavolo e via con la recensione. La “spettacolarizzazione” del nostro hobby porta comunque visibilità, ma uno sbilanciamento ci fa perdere l”anima, non ci permette più di andare a una velocità ridotta e approfondire il Wargame di turno. Ho sparato a zero anche contro sistemi di gioco quali Undaunted, Quartermaster General o similari che certamente ci fanno giocare, ma non hanno nulla di quei tratti caratteristici con cui il wargame è cresciuto. La letteratura epica del wargaming esiste, poi ci sono tante proposte che vedremo con il tempo se valide o meno. Abbiamo i Kickstarter…no grazie! Tante scatole spacciate per capolavori possedute da uno sparuto gruppo di coraggiosi ad ammuffire sugli scaffali. Perché ho elogiato titoli senza tempo quali Russian Campaign ( 1974), NLB ( 1976), Squad Leader ( 1977), ASL ( 1985), le varie serie TCS, OCS e SCS del grande Dean Essig, SPQR, Paths of Glory, Combat Commander ( 2006) e tralascio grandi titoli della SPI per non allungare troppo la lista. Li ho elogiati perché proveniamo da quei Wargame e non li vediamo passati in secondo piano anzi. Il nuovo non é sempre un miglioramento…anzi. Noi che apparteniamo a quella generazione e che abbiamo giocato quei titoli fino alla nausea certi grandi moderni sistemi quali per esempio COIN, Levy and Campaign e similari li giochiamo, ma sono titoli che rispondono al mondo dei giochi da tavolo camuffati da board wargame. Le case devono vendere e da qui la necessità di allargare il mercato con gli ibridi. Non possono fermarsi a un mercato di poche migliaia di utenti che ormai ha gli armadi pieni. All in all il board wargaming sta lentamente, ma inesorabilmente seguendo la strada della sovrapproduzione in cui scatole ” capolavoro”, l’anno dopo finiscono nel dimenticatoio. E tutte quelle scatole capolavoro sono state “cantate” nel web. La dichiarazione di guerra non è peró rivolta ai neofiti e ai loro apprezzamenti verso i nuovi sistemi ( ben vengano), bensì a un sistema che ci distrae, ci martella e non ci permette di focalizzare. Volete un wargame da una serata? Ci sono, ma non per questo dobbiamo mettere da parte le peculiarità del nostro hobby. Torneremo a parlarne e a discuterne ( l’importante é che se ne parli), ma come al solito la parola d’ordine é ” equilibrio” e rispetto della tradizione. Commentate! Stay Tuned! 🤣
PS faremo dei sondaggi in proposito 🙂
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La Battaglia di Stamford Bridge – Il video

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Il miniwargame – Perchè?

#miniwargame Perchè questa serie pubblicata dalla Chillemi Games di Chillemi Bruno ? Non certo per creare il wargame definitivo o per fare concorrenza a coloro che sono veri designer. E’ un tentativo di proporre wargame a basso prezzo per far conoscere l’abc del nostro hobby in maniera diretta e magari far crescere l’appetito per sistemi di gioco strutturati. Nella fattispecie Cesare nelle Gallie è un solitario, già proposto nella rivista “Storie di Guerre e Guerrieri” che era diretta da Guglielmo Duccoli che non finiremo mai di ringraziare per l’occasione che ha offerto a questo gruppo di divulgare il wargaming. Il miniwargame ha una tabella d’invasione, ha le tabelle di combattimento e ha dei counter di legno che sono l’ideale per far toccare “con mano” il nostro hobby. Non un’iniziativa commerciale quindi, ma un tentativo di fornire qualche cosa di tangible e allargare il “bacino” degli utenti. Gli autori non ricevono compensi come i playtester. L’editore farà un prezzo di pochi euro per rientrare dalle spese. Saranno anche miniwargame da portare in classe e completare la lezione di storia. Avremo anche cura di regalare un miniwargame ai neo soci e a coloro che rinnoveranno la sottoscrizione a Casus Belli. Ne abbiamo 10 in preparazione e ne vedrete delle belle. Stay Tuned! 🙂

 

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