Norman Conquests – La Battaglia di Stamford Bridge di Ernesto Maglio

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Cosa ha di particolare la battaglia di Stamford Bridge? Le curiosità non sono poche
  • Sul campo di battaglia si affrontano due re con quasi lo stesso nome… Uno è Harald III Sigurdsson, noto come lo Spietato, Re di Norvegia. L’altro è Harold Godwinson, o Aroldo II, ultimo sovrano inglese di stirpe anglosassone.
  • Poco prima della battaglia un uomo solitario, inglese, si presenta di fronte ai due generali nemici, Harald e Tostig, per parlamentare. Ma quando gli viene chiesto quanta terra è disposto ad offrire al re Harald lui risponde: «sette piedi di terra inglese, poiché è più alto di altri uomini». Intendendo la terra necessaria per una fossa… Colpito dall’audacia del cavaliere solitario il Re Harald chiede al suo alleato Tostig chi fosse costui. La risposta è sorprendente. Si tratta del re Harold in persona. Tostig lo conosceva bene. Perchè era suo fratello maggiore.
  • L’avanzata inglese fu arrestata dalla necessità di attraversare la strozzatura dovuta al ponte che dà il nome alla battaglia . A bloccare il ponte vi era un gigantesco norreno armato d’ascia che tenne a bada l’intero esercito inglese. Secondo il racconto, questo soldato uccise 40 inglesi, prima di essere sconfitto da un soldato che guadò il fiume dentro a un barile e ficcò la sua lancia tra le assi del ponte, ferendo a morte il norreno
  • La battaglia fu un massacro per i norvegesi. Sia il Re Harold che il traditore Tostig morirono trafitti dalle frecce. E a nulla valse l’arrivo di rinforzi norreni. In quell’area così piccola morirono così tante persone che si dice che le loro ossa sbiancarono il campo 50 anni dopo la battaglia. Ma la vendetta non si farà attendere, sul campo di Hastings.
Una bellissima partita introduttiva oggi con l’amico Carlo Diolaiti nelle piane dello Yorkshire. Gli inglesi partono alla carica al primo turno inanellando tre attivazioni continuative. La migliore partenza possibile. Ma i dadi non rotolano altrettanto bene sui tiri per gli shock della prima linea. E gli inglesi si piantano sul muro di scudi norreno.
Negli scontri di posizione successivi la linea norvegese sinistra si spezza e cede, ma nell’attivazione successiva lo stesso accade allo schieramento inglese sul lato opposto.
Inizia un doppio aggiramento.
A ribaltare il risultato storico ci pensa poi l’arrivo imprevisto di Orre, e dei suoi rinforzi norvegesi, molto prima di quanto ci si poteva attendere.
L’ultimo impatto è disperato. Si tenta di salvare i due Re, rimasti praticamente da soli (e con molti tiri casualty fatti).
I due fronti collassano quasi contemporaneamente, chiudendo la partita in una sanguinosa parità.
Un gioco snello, divertente, ma capace sempre di offrire scelte non banali. Morale della storia: Ci prudono ancora le mani.
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