Serie “Grand Tactical” – introduzione allo scenario 1 (Schalback) di Strike-Counterstrike

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#gts seconda sessione ufficiale ( scordiamoci il passato 🙂 🙂 🙂 ) con Strike-Counterstrike della serie Grand Tactical di Adam Starkweather, scenario di Joseph Chacon. Il setup e l’amicizia con i counter. Prima di tutto una nota per comprendere i simboli usati: i creatori hanno seguito il manuale riassuntivo sui simboli e termini militari ufficiale dal titolo “Army Doctrine Publication” pubblicato dal dipartimento dell’esercito americano. Ovviamente ( e fortunatamente) ad eccezione dei carri armati e dei mezzi corazzati. Tale scelta dà alla simulazione una patina di professionalità e la avvicina al wargame utilizzato in ambiti non ludici. Non vi spaventate comunque: nelle pagine iniziali delle regole esclusive trovate una bella legenda per la lettura e la comprensione delle unità che compongono le formazioni protagoniste dello scenario ” Scholbach Schwerpunkt”: il 902° reggimento della Panzer Lehr guidato dal tenente colonnello Poschinger e il 114° battaglione della 44° divisione americana con alcune unità cacciacarri guidate dal colonnello Martin. Si noti nelle immagini come vengono riportate le unità motorizzate tedesche e i genieri. Le artiglierie richiedono attenzione se non siete abituati a leggere certe simbologie: passiamo dal simbolo dei 12 cannoni Howitzer trainati tedeschi all’artiglieria media e pesante americana. In pratica per la fanteria tedesca in questo sistema troverete una simbologia tipica della seconda guerra mondiale ( ricordiamo Streets of Stalingrad), per la fanteria americana i tipici simboli Nato. I mezzi hanno invece tutti l’immagine personalizzata ( Congrats Nicolas Eskubi !) , mentre l’artiglieria torna alla simbologia stilizzata. Una macedonia oppure una scelta felice? Comunque non siamo esperti della storia della simbologia militare ( non è sicuramente un nostro obiettivo), ma avremmo preferito anche le silhouette per l’artiglieria. Il piazzamento dello scenario non costituisce un grosso problema, anche se come al solito manca un setup grafico che aiuterebbe di molto anche il neofita. Non ce la facciamo alla MMP a cambiare politica. Si gioca su una porzione della mappa, le unità si “vedono” ( ahimè la fog of war non è nemmeno contemplata, sappiamo che è il male principale di molti ottimi wargame, ma almeno qualche marker di concealment potevano metterlo, magari la regola c’è e mi è scappata vi farò sapere). La buona notizia è che non si tratta di un sistema difficile. Certamente articolato e ricco di sfumature, ma dopo il consueto esercizio di “Skimming and Scanning” che predichiamo sempre, il sistema può essere acquisito da chiunque. Commetteremo diverse imprecisioni inizialmente, ma non si consiglia un’arida lettura del manuale principale da 40 pagine fra l’altro scritto molto bene ( esiste una versione più concisa e meno discorsiva) con una serie di domande e risposte per rendere più chiari i concetti . È chiaro che si richiede costanza e applicazione, ma sono impegni da seguire per ogni wargame che si rispetti. Nel prossimo episodio di questo tuffo nella serie troverete la sequenza di gioco e le prime fasi dello scenario in cui cercherò di illustrare le meccaniche principali. Stay Tuned!

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