Europe in Turmoil II di Giuseppe Gessa

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Ieri giro di studio a “Europe in turmoil 2”. Un gioco che dovrebbe essere più Politico che geopolitico-militare.
Il meccanismo e le regole sono ampiamente rodatti il 90% sono una scopiazzatura, se posso permettermi il termine, di Twilight Struggle, quindi nessuna sorpresa. le carte mi sembrano Ben contestualizzate. I materiali sono molto belli se non ottimi.
Unico dubbio su qualche termine, soprattutto per l’ambientazione che sento meno rispetto alla guerra fredda. Avrei preferito che alcuni spazi da conquistare avessero dei nomi più simili a “1989”.
Lì infatti molti spazi erano denominati farmers Workers writers.. qui, a parte qualche spazio di monarchici, di cattolici, l’House of Windors, ci sono molti spazi geografici relativamente poco significativi. Voglio dire che se la partita fosse stata vista come un “conflitto” per ottenere il supporto politico e portare dalla propria parte categorie di popolazione di cattolici, di operai, contadini, intellettuali, giornalisti eccetera piuttosto che prendere il supporto di Apulia o Sicilia o Turingia, Mi sarebbe sembrato più pertinente.
Alcune regioni geografiche che hanno avuto peso importante sono giustamente dei Battlefield, e correttamente rappresentate, come la catalogna, fiume, L’Irlanda del Nord e ci stanno, ma altre potevano ambientarle meglio. E poi usare termini generici come support check per quella che in questa particolare simulazione avrei personalmente chiamato “propaganda action”
Ma forse sono troppo pretenzioso io.
Post Scriptum.
Aggiungo che si sente di più l’astrattezza del giocatore. Mentre infatti in Twilight Struggle uno rappresenta l’americano, l’altro il sovietico, qui si rappresenta genericamente i movimenti socialisti europei o i movimenti conservatori di destra europei. Entrambi i quali non hanno mai avuto una particolare unità o un comune agire né oggi né negli anni venti e trenta e ridurli a una sorta di Internazionale socialista o internazionale di destra monolitica mi sembra forzato e fa sentire il gioco come un’ambientazione un po’ forzata.
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