Plain Indian Wars

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Plain Indian Wars
di Roberto Colombo.

Quello che vedete piazzato in foto è uno degli ultimi giochi prodotti da GMT.
Non è un wargame nel senso comune che noi diamo al termine, ma piuttosto un gioco con una precisa collocazione storica condito da qualche pizzico di strategia.
La componentistica è di altissimo livello: mappa montata e graficamente accattivante, indicazioni chiare con anche la riproduzione della sequenza di gioco semplificata;
carte molto bene illustrate e chiarissime nei contenuti,anche precise nelle notizie storiche relative all’evento o al personaggio trattato; dadi personalizzati per ogni fazione e pure asimmetrici nei possibili risultati (nel senso che essendo riportate tre tipologie di simboli, non in tutte le fazioni sono divisi equamente,ma per esempio la cavalleria americana ha tre simboli colpo a segno contro i due degli indiani o dei pionieri).

Il gameplay scorre bene: si mettono i sette dischi con i colori di ciascuna fazione dentro l apposito sacchetto e si estraggono poi uno ad uno determinando quale fazione è di mano.
Ogni fazione avrà tre carte e potrà giocare nell’ordine che vuole,con l unico limite che potrà essere giocata una sola carta azione e fino a due carte evento per turno.
Le carte azione prendono nomi diverse per ogni fazione: saranno “war party” per i North plain Indians e South play Indians, “engagement” per la Cavalleria e “migration” per i Pionieri (Settler nel gioco).

Le fazioni presenti nel gioco sono:
North plain Indians (green) che comprende le tribù della nazione Sioux e i Cheyenne.
South plain Indians (orange) che comprende le varie tribù Apaches e i guerrieri della nazione Comanche. (a dire il vero qui sono rappresentati anche gli Utes attraverso la carta di Black Kettle che racconta l’indegno massacro sul fiume Washita).
U.S. Cavalry (blu) che controlla anche i cosiddetti enemy indians, ovvero tribù che combattevano come alleati dei bianchi, perché nemici giurati delle altre nazioni indiane.
Settlers (marroni) che hanno il compito di espandersi verso ovest e controllano anche i “wagons”, ovvero i famosi Conestoga (bianchi) e realizzano la costruzione delle due linee ferroviarie (neri) ovvero la Central Pacific e la Union Pacific.

 

Può essere giocato da 1 a 4 giocatori con le varianti previste anche per 2 o 3 giocatori.
Plain Indian Wars gira molto bene,in maniera semplice ed è molto divertente, pur non avendo nessuna pretesa simulativa.
Una piccola nota stonata: nella mia copia mancavano i dischi green, orange e blue ed erano sostituiti da doppioni brown, purple e white. A mio avviso la GMT dovrebbe fare più attenzione a queste cose.
Inoltre per giocare la variante in solitario sono necessari due D6 e un dado da 12 (quest’ultimo non comunissimo tra i wargamer), che non sono inclusi nella confezione.
Si poteva evitare.
Comunque rimane un ottimo prodotto, semplice, divertente e molto ben fatto
.

 

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