Blackbeard

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Mungo Herdman sfida la pirateria

di Alex Isabelle.

Charles Vane, Stede Bonnet, William Kidd, Henry Avery: Alex Isabelle
Ravanau de Lusan, John Rackham, Howell Davis, Samuel Bellamy: Laura Beltrami
Emmanuel Wynne, Edward England, George Lowther, John Quelch, Edward Teach: Luca Orlandini
Francis Spriggs, Bartholomew Roberts, John Taylor, Thomas Tew: Andrea Benassi.

È Howell Davis a dare il calcio d’inizio all’età dell’oro della pirateria. Siamo nel tardo diciassettesimo secolo e ci troviamo in mari ancora segnati dalle lotte tra gli stati europei e le loro colonie, popolati da centinaia di cani sciolti pronti ad arricchirsi a qualsiasi costo. Mari solcati da navi mercantili cariche di spezie, schiavi ed altre amenità dell’epoca moderna. Davis, pirata gallese di grande abilità e carisma, si trova con il suo equipaggio di criminali al largo della costa dell’attuale Panama, alla ricerca di questo genere di navi. Dopo settimane di ricerche decide di attaccare un mercantile carico d’argento proveniente da Portobello e diretto in Spagna. La notizia è sufficientemente destabilizzante da attivare la marina spagnola, che informata dell’accaduto lancia in mare una nave da guerra, con l’obiettivo di abbattere la Rover, la nave di Davis. È invece proprio la nave da guerra a venire affondata. Ciò fa cadere sulla testa di Davis una taglia che attira su di lui le attenzioni del grande protagonista di questa partita, Mungo Herdman.

Herdman, storicamente responsabile di uno dei più grandi processi alla pirateria del diciottesimo secolo, è un Commissario del Re, un cacciatore di taglie britannico. Trovandosi dalle parti di Portobello, egli immediatamente si mette alla ricerca di Davis, trovandolo nel giro di poche settimane ed ingaggiandolo in un inseguimento nel quale il pirata ha alfine la meglio; si rintana proprio a Portobello, dove riesce a far perdere le proprie tracce mentre spaccia l’argento razziato e scambia gli ostaggi precedentemente catturati. Herdman non si dà per vinto e continua a setacciare la zona di mare adiacente alla ricerca dei fuggitivi.

 

Nel frattempo la pirateria si sviluppa anche in Africa, nella Costa d’Oro, l’area di mare nei pressi dell’odierno Ghana. Da queste parti i governatori di diverse colonie simpatizzano per la causa pirata. Charles Vane attacca un brigantino carico d’oro su cui trova nientemeno che il governatore di Cape Coast. Qualcuno a bordo fa notare che la ciurma è stanca, dopo questo lungo viaggio e questa interminabile ricerca di una nave da predare, tanto che diversi membri dell’equipaggio hanno contratto lo scorbuto. Non sarebbe d’uopo fare vela verso un porto, così che si possa scambiare il bottino e curare la ciurma?
La risposta arriva sotto forma di un disastro naturale: Port Royal, la più importante città della Jamaica di allora, crolla per effetto di un terremoto devastante seguito da una serie di maremoti. La città si inabissa, causando la morte di oltre duemila persone; nelle settimane seguenti si diffondono epidemie a non finire, il che causa la morte di altre migliaia di cittadini e schiavi inglesi.
 

La notizia della perdita di Port Royal, importantissimo luogo di commercio, nonché principale colonia inglese nel Centro America, ha una serie di ripercussioni a catena che hanno come esito ultimo un totale riassetto del traffico marittimo mondiale. Inoltre scoppia la guerra in Europa, il che obbliga persino commissari del Re come Mungo Herdman a rientrare in patria per servire la corona. Le colonie indiane improvvisamente diventano luoghi cruciali, anelate dai pirati perché pullulanti di navi mercantili e allo stesso tempo dagli stessi temute, in quanto protette da navi da guerra e governatori ostili alla causa della pirateria. .

Nella corsa al potere in questi luoghi colmi di ricchezze i suddetti governatori non mancano di eliminarsi l’un l’altro pur di avere il controllo sulle ghiotte Bombay, Goa e Calcutta. Severndroog, colonia olandese, è l’unica che continua ad avere un governatore indifferente, o forse incosciente nei confronti delle minacce marittime.

 

Dunque no, non si rientra in porto. Lo scenario è chiaro: il futuro della pirateria è sulle coste dell’India. Tralasciando il malcontento della ciurma e lo scorbuto di cui soffre, Vane dirige la polena della sua nave verso il Capo di Buona Speranza e si appresta a navigare verso le acque dell’Oceano Indiano.

Avvia la sua attività anche Bartholomew Roberts, detto “Black Bart”, oggi ricordato come uno dei più temibili pirati dell’epoca. Roberts sceglie di predare la costa orientale delle colonie inglesi in America. Trova effettivamente un gran numero di navi mercantili, seppur di ridottissima rilevanza. Ormai il traffico di merci di valore non passa più di lì, dopo la caduta di Port Royal. Dopo aver sostituito la sua ciurma, affetta da scorbuto e ubriachezza molesta, comincia quindi a pensare di traslocare a sua volta verso coste alternative.

 

Passano i mesi. I viaggi in mare sono lunghi e pericolosi, come apprende a suo discapito Vane dopo aver superato il Capo di Buona Speranza ed essere risalito lungo la costa orientale africana. Il suo equipaggio è stanco. La promessa di ottenere grandi ricchezze una volta giunti in India appare sempre più un miraggio della mente del capitano Vane, il quale un giorno viene preso e, di comune accordo, sbattuto fuoribordo per fare un favore ai pescecani. Il nuovo capitano della Treasure, la nave di Vane, è Stede Bonnet, pirata dalle statistiche piuttosto ingenerose. Emerso tra i suoi compagni come migliore tra pari, o forse come il più controllabile tra di essi, Bonnet è un capitano che può vantare una sola cosa: la fiducia di una ciurma che, pur se affetta dallo scorbuto, è talmente lieta di essersi sbarazzata di Vane da decidere di seguirlo perfino verso le coste dell’India, ormai assurta a terra promessa dell’intera partita. Ed effettivamente la Treasure riesce ad assaltare una nave olandese dalle parti di Severndroog. Più sicuro di sé, Bonnet entra nel porto olandese, così da curare l’equipaggio, cominciare le trattative e convertire il bottino in valuta utile dopo aver scambiato gli ostaggi. Il governatore non è felice di averlo lì, ma lui prevede di riuscire ad acquisire una lettera di marca olandese, il lasciapassare per una ritirata tranquilla a vita privata.

 

Bartholomew Roberts, intanto, complici (e)venti fortunati, riesce a raggiungere la costa africana, dove non vede l’ora di dar fiato ai cannoni e cominciare un’attività piratesca degna di questo nome. L’avvistamento di un mercantile sembra essere un promettente inizio, se non che… il giocatore di Roberts decide di gufarsela: “Ah, voglio vedere se riuscite a farmi arrivare un Commissario del Re, adesso!”, esclama alludendo alla scarsissima notorietà del proprio pirata e all’effettiva improbabilità statistica che si riuscisse a far apparire un Commissario in quelle acque. Un sapiente, casuale e assolutamente non concordato uso delle carte da parte degli altri giocatori ha fatto sì, però, che quel mercantile fosse davvero accompagnato da una nave da guerra, capitanata da Robert Maynard, Commissario del Re particolarmente abile, entrato nella storia reale come responsabile dell’uccisione di Barbanera. Forte di uno schooner nuovo di zecca, la Fortune, Roberts decide di attaccare briga con Maynard, sicuro di esser destinato alla vittoria. Al termine del rapido scontro che ne consegue, tuttavia, il suo cadavere e tutta la sua ciurma galleggiano come stronzi al largo della costa di Cormantin.

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