Washington’s War – Recensione

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#washingtonswar In principio fu “We The People”. Washington’s War di Mark Herman come detto in precedenza è un wargame che può mettere d’accordo tutti : da coloro che non amano gli esagoni, il dettaglio e l’impossibilità di completare in una singola serata la sessione di gioco, agli esperti che cercano in un wargame il compromesso giocabilità e un decente effetto simulativo ( seppur con alcune accettabili astrazioni). Coloro che hanno giocato “We the People” ricorderanno il doppio uso delle carte: un mazzo per le attivazioni e un altro per i combattimenti basati sul meccanismo attacco e risposta ( io gioco attacco a destra e tu devi giocare un attacco a sinistra pena la sconfitta). WtP era il primo card driven che si muoveva su questi piani e andava a ravvivare ia pratica del wargame che stretto fra l’avanzata di Magic e l’ascesa dei wargame al computer era destinato all’estinzione. I card driven si accostarono agli hex and counter e per gli appassionati le possibilità aumentavano. Hannibal e Paths of Glory confermarono il successo. “Washington’s War” in realtà sostituì al combattimento con le carte, uno scontro basato sui rapporti di forza e spense le critiche che venivano fatte a WtP. WW è wargame di controllo spazi, movimento e rari combattimenti in cui il britannico con una certa superiorità numerica inficiata da comandanti scarsi si scontra con le piccole forze americane sfuggenti qua e là. La zona meridionale delle 13 colonie risulta terra di conquista per i britannici, ma la flotta francese può tornare molto utile a mettere in difficoltà il naviglio di sua maestà. Il piazzamento dei marker di controllo dell’una o dell’altra parte richiedono invece attenzione alla catena logistica e oserei dire meccanica simile a un Othello 😀. La profondità storica è offerta dalle carte in cui sono riportati come al solito tutti gli eventi della guerra d’indipendenza. Per lo scrivente questi due wargame assieme a Fire in the Lake e SPQR sono i migliori titoli del pluripremiato e citato designer statunitense. Il dipinto di We the People è custodito a Valley Forge ( Pennsylvania) non lontana da Filadelfia e si raggiunge comodamente in autobus, un bellissimo museo a cielo aperto dedicato al rifugio invernale del 1777 che ospitò Washington e un esercito americano a pezzi. Iniziò poi la ripresa americana. Il wargame ricalca proprio la caduta e l’ascesa dei miliziani indipendentisti contro un esercito inglese perfettamente organizzato. Stay Tuned! 🙂

#washingtonswar Il piazzamento iniziale del wargame prevede 13 segnalini politici americani e 3 britannici, oltre alle unità militari iniziali. Il wargame inizialmente fornisce un’idea precisa della situazione militare nel 1775. Washington aveva a disposizione circa 28000 uomini, organizzati in 6 brigate e concentrato nelle colonie del Massachusetts e di New York. Si esclude il numero delle milizie. Serva ricordare che nei 6 anni di guerra perirono 15000 uomini in battaglia fra tutti gli eserciti impegnati, mentre 97000 per malattie varie. L’esercito britannico disponeva all’inizio della guerra di 70 reggimenti poi saliti a 105.

#washingtonswar Beh quanto può essere divertente rigiocare Washington’s War e rivivere tutti i momenti della Guerra d’Indipendenza Americana? L’elegante sistema di gioco è in costante equilibrio fra la necessità politica di controllo dei territori e il combattimento. Potete perdere tutte le battaglie con gli americani, ritirarsi e trovarsi in vantaggio territoriale sul finire del gioco. I rinforzi francesi sono importanti per la vittoria, anche se un abile comandante inglese può isolare vaste porzioni delle colonie. La bellezza di questo wargame sta anche nell’enorme potenziale informativo grazie alle carte e alla bella mappa che seppur stilizzata, offre molte infirmazioni su quello che erano le colonie nel 1775. Un wargame che rappresenta un vero tuffo nel passato con tante possibilità di gioco. Non perdete la terza ristampa.

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