#ilgiannizzeronero Il podcast dell’altro giorno ha avuto molta risonanza nel nostro piccolo mondo. Il mio registro era chiaramente provocatorio e ho sparato palle incatenate ( ma bisogna pur creare audience tipo zanzara ). Ovviamente ci sará modo di discuterne in futuro e sarà divertente analizzare dove va il nostro hobby. Qualcuno parla di scontro generazionale, altri di una diversa sensibilità e poi ci sono coloro che giocano tutto. Al di là che nessuno si deve sentire svilito e deve seguire quello che si sente di fare ( e sarà sempre benvoluto). Il punto era: abbiamo ormai più influencer e designer che giocatori. Ho sottolineato che siamo tutti peccatori. Questi social ci spingono a creare video, podcast e quant’altro e sottraggono ( dobbiamo essere sinceri) tempo al momento più gioioso del nostro hobby: trovarsi al tavolo a giocare perché alla fine sono le ore di volo che contano, non certo le impressioni che si traggono da un primo assaggio. Troppi sono i wargame prodotti, tanti “designer”, tanti unboxing, 10 wargame appoggiati sul tavolo e via con la recensione. La “spettacolarizzazione” del nostro hobby porta comunque visibilità, ma uno sbilanciamento ci fa perdere l”anima, non ci permette più di andare a una velocità ridotta e approfondire il Wargame di turno. Ho sparato a zero anche contro sistemi di gioco quali Undaunted, Quartermaster General o similari che certamente ci fanno giocare, ma non hanno nulla di quei tratti caratteristici con cui il wargame è cresciuto. La letteratura epica del wargaming esiste, poi ci sono tante proposte che vedremo con il tempo se valide o meno. Abbiamo i Kickstarter…no grazie! Tante scatole spacciate per capolavori possedute da uno sparuto gruppo di coraggiosi ad ammuffire sugli scaffali. Perché ho elogiato titoli senza tempo quali Russian Campaign ( 1974), NLB ( 1976), Squad Leader ( 1977), ASL ( 1985), le varie serie TCS, OCS e SCS del grande Dean Essig, SPQR, Paths of Glory, Combat Commander ( 2006) e tralascio grandi titoli della SPI per non allungare troppo la lista. Li ho elogiati perché proveniamo da quei Wargame e non li vediamo passati in secondo piano anzi. Il nuovo non é sempre un miglioramento…anzi. Noi che apparteniamo a quella generazione e che abbiamo giocato quei titoli fino alla nausea certi grandi moderni sistemi quali per esempio COIN, Levy and Campaign e similari li giochiamo, ma sono titoli che rispondono al mondo dei giochi da tavolo camuffati da board wargame. Le case devono vendere e da qui la necessità di allargare il mercato con gli ibridi. Non possono fermarsi a un mercato di poche migliaia di utenti che ormai ha gli armadi pieni. All in all il board wargaming sta lentamente, ma inesorabilmente seguendo la strada della sovrapproduzione in cui scatole ” capolavoro”, l’anno dopo finiscono nel dimenticatoio. E tutte quelle scatole capolavoro sono state “cantate” nel web. La dichiarazione di guerra non è peró rivolta ai neofiti e ai loro apprezzamenti verso i nuovi sistemi ( ben vengano), bensì a un sistema che ci distrae, ci martella e non ci permette di focalizzare. Volete un wargame da una serata? Ci sono, ma non per questo dobbiamo mettere da parte le peculiarità del nostro hobby. Torneremo a parlarne e a discuterne ( l’importante é che se ne parli), ma come al solito la parola d’ordine é ” equilibrio” e rispetto della tradizione. Commentate! Stay Tuned!
PS faremo dei sondaggi in proposito