Tanto Monta (GMT) – Atto Terzo di Nando Ferrari

TANTO MONTA: atto terzo
Come ogni martedì ci siamo ritrovati per proseguire la partita di Tanto Monta, gioco che si sta dimostrando sempre più avvincente ed intrigante. Ribadisco che questo reportage, che spero possa interessarvi, è una disamina dal punto di vista del giocatore spagnolo (io, me, medesimo… d’altra parte chi se non un Fernando, mio nome di battesimo, poteva prendere le parti di Ferdinando d’Aragona?).
Turno intenso ed impegnativo: in una serata abbia giocato esattamente il quarto turno. Ora ne mancano al massimo 3 per terminare la partita, anche se esiste sempre la possibilità che essa finisca prima, grazie alle condizioni di vittoria automatica. Ed in effetti il quarto turno si apre con un dilemma. Per ottenere la vittoria “militare” occorre che un giocatore metta in gioco TUTTI i segnalini di controllo della “chiavi” che si trovano sulla sua scheda-giocatore. Il mussulmano ha piazzato tutti i suoi segnalini, gli mancano solo le due chiavi del sultanato berbero, che entra in gioco all’inizio del turno 4. Una delle due chiavi, però, non viene assegnata immediatamente al mussulmano. La città di Algeri, infatti, entra come città neutrale e nessuno può entrarci. L’evento “reggenza di Algeri”, che è un evento obbligatorio, se non esce entro la fine del turno 5 si verifica in modo automatico e fa diventare Algeri una chiave nazionale mussulmana. Il dubbio che ora ci coglie è il seguente: il mussulmano ha pescato per caso questo evento? Se così fosse saremmo spacciati, perché egli è primo come ordine di turno e giocando l’evento non ci lascerebbe il tempo di portargli via almeno una chiave! Fortunatamente la carta (come scopriremo alla fine del turno) non è stata pescata da nessuno e quindi c’è il tempo per agire contro gli infedeli. Mantengo la situazione di pace con i portoghesi (pace di Alcacovas firmata) ed anche la Francia accetta di lasciarmi agire contro il pericolo mussulmano. Attacco Almeria e do l’assedio, infliggendo 3 perdite (su 4 unità presenti), ma il mussulmano utilizza una delle sue carte nazionali, che mi costringono a ripetere il tiro lanciando 3 dadi in meno. Faccio 2 perdite, ma nell’impulso successivo mi libero delle 2 fanterie rimaste arroccate e conquisto la città. Preparo la mossa per un attacco poderoso contro l’esercito Nasrid e dopo averlo isolato a Grenada lancio la battaglia con il Gran Capitano. Nel lancio dei dadi ho un culo devastante: tiro 22 dadi e faccio 11 perdite, vaporizzando l’intero esercito avversario! Grenada viene conquistata e il pericolo mussulmano viene tolto di torno. In seguito gioco l’evento “Cristoforo Colombo scopre il Nuovo Mondo”, che mi consente di piazzare finalmente una colonia (la prima) in America e di ottenere 2 PV. Attenzione, l’evento è utilizzabile per ottenere la scoperta con una qualsiasi nave “NAO” (sigla che non viene definita nelle regole, ma ritengo stia per “navigator overseas), non necessariamente con il NAO speciale denominato Cristoforo Colombo, che entra in gioco, insieme a quello di Vasco de Gama, quando viene giocato l’evento che scatena i viaggi transoceanici. Infatti, poco dopo, tale evento viene giocato e così il potente NAO di Colombo appare finalmente sulla mappa (valore equipaggio 3, che significa avere un drm di +3 su tutti i tiri nelle tabelle di navigazione, terra incognita, e cartografia). Colombo lancia i 2 dadi per scoprire la sua prima “terra incognita”, la zona oceanica 1. Tiro un terrificante 2 e Colombo affonda istantaneamente (era l’unica possibilità!). Nel frattempo il portoghese sta dilagando, da solo, nella colonizzazione. Alla fine del turno arriverà ad aver piazzato 9 colonie nelle coste africane, ottenendo una quantità imbarazzante di preziose risorse, che nessuno può depredargli, visto che è proprio lui a controllare 5 porti dell’Africa settentrionale!
In Italia prosegue la campagna del francese, che dopo Milano conquista anche Modena. Muore Ferdinando Ferrante di Napoli ed il regno cessa di esistere. Spagna e Francia si dividono alcune località del meridione e ci si accorda per spartirci 2 località strategiche: lui si becca Garigliano, io Cerignola. Nel frattempo, a livello diplomatico, ho subito due duri colpi. E’ apparso un nuovo papa, che ha preferito affidarsi all’alleanza del francese, lasciandomi con le pive nel sacco. Come non bastasse il perfido mussulmano ha provocato un controllo diplomatico su Venezia, che il francese, tirando un mefitico 6, è riuscito a strapparmi!. Mi ritrovo con 4 flotte in meno, anche se con le 5 del Mediterraneo non ho avuto problemi a distruggere l’unica flotta Nasrid. Negli ultimi impulsi il mussulmano decide di attaccare il portoghese in nord Africa, nel tentativo di portargli via il porto di Anfa (che vale doppio) e di poter così depredare le innumerevoli risorse in arrivo dalle colonie a fine turno. Deve però prima sconfiggere la flotta portoghese piazzata nell’Atlantico, altrimenti i porti non si possono assediare. Ci prova 2 volte, ma viene sonoramente sconfitto. Il mattino dopo ci arriva un messaggio nella chat di gruppo da parte del portoghese: “il mussulmano non poteva attaccarmi, non eravamo in guerra!”. Aaaaargh, ma come si fa, dico io, a non rendersene conto? (sono cose che capitano nella convulsione del momento…). Finisce il turno con i matrimoni reali. Riesco a far sposare 2 figli, il maschio automaticamente (mica ha bisogno di dote!), la femmina grazie alla cospicua dote messa a disposizione. Poi si controlla se qualcuno degli sposi (anche quelli sposati in precedenza) muore. Isabella (la figlia di Isabella…) muore solo tirando 1. Tiro 1 e crepa. John delle Asturie, quello appena sposato, muore solo tirando 1. Crepa pure lui. Imprecazioni per la sfiga e invocazioni a Manitù, a Odino, a Thor, al Dio cristiano, a Budda perché ritorni un po’ di fortuna. E la fortuna torna. Nella fase di pesca delle carte del turno 5 faccio il botto e riesco a pescare TUTTE le carte possibili, perfino quella per il controllo di Maiorca (che si ottiene solo tirando 6 e solo nei turni dispari). Avendo salvato 2 carte del turno 4 mi ritrovo con una mano di ben 14 carte. Purtroppo si tratta di carte di valore basso (nessuna da 5 o più!).
Mi rendo conto di un’altra “dimenticanza” di fine serata. La conquista di 2 delle 3 chiavi Nasrid mi consentiva di chiedere la resa del regno, anche se con la conseguenza di una rivolta Morisco. La situazione dovrà essere quindi aggiustata la settimana prossima e dovrebbe consentirmi di recuperare altri 2 PV. Al momento la classifica vedrebbe quindi il Portogallo in testa con 35 PV, poi la Spagna con 33, poi la Francia con 29 ed infine il Mussulmano con 25. Il Portogallo era arrivato ad avere 6 punti di vantaggio sul secondo. Se arrivasse ad averne 7 a fine turno (partendo dal turno 4) vincerebbe una vittoria automatica. Pericolo per ora scongiurato.
Ora si profilano tempi più difficili per la Spagna. Entro fine turno morirà Isabella di Castiglia e questo comporterà una serie di sventure che dureranno potenzialmente fino alla fine del turno 6. Non sarà facile tenere a freno il portoghese, che con le sue colonie dispone di una serie incredibile di risorse che forniscono CP aggiuntivi (ben 22 ne ha messi da parte!). Occorrerà fare qualcosa, magari dandosi alla pirateria nelle acque dell’Atlantico meridionale e dell’Oceano Indiano.
Inutile aggiungere, come capirete da questo resoconto, che il gioco ci sta proprio coinvolgendo! Certo, è lungo, ha una marea di regole e regolette, ma vale davvero la candela.
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Wargamer si wargamer no

#ilgiannizzeronero Ringrazio veramente tanto tutti coloro che sono hanno commentato con cognizione di causa il mio post precedente riguardo la dichiarazione di guerra pacifica ( per utilizzare le parole di Giuseppe Bianchi) e rispondo sperando di soddisfare alcune perplessità sorte e apparenti contraddizioni. Non c’é contraddizione nel momento in cui proponiamo di provare mini Wargame, di giocare le serie di Borg o similari e quando evidenziamo le peculiarità del nostro hobby in quanto ci rendiamo conto che non é possibile avere una base di giocatori partendo da Wargame di livello 7 su 10 e piú. La divulgazione deve essere graduale e basta osservare cosa facciamo a Modena con il BG storico, area che Casus Belli ha fatto nascere proprio per fare capire: il Wargame é per tutti. Esiste però il rovescio della medaglia. Inclusivitá e accoglienza non devono significare appiattimento e annacquamento dell’hobby. Visto che avete parlato di Undaunted e Quartermaster General che sono titoli di successo…ma per chi? Per coloro che desiderano un gioco da tavolo in cui la simulazione passa lí per caso. Li giochiamo? Si certo come mi piace trascorrere una serata a Risiko oppure Root ( beh…devo esserci costretto 🤣). Ma molti di noi desiderano qualche cosa in più, non un gioco da tavolo con le immagini del sergente York, bensì qualche cosa di più strutturato, che ci offra almeno l’illusione della simulazione di quel dato evento storico. Ma dico sempre dipende dalle aspettative e un giocatore può giocare per tutta la vita Commands and Colors e sará sempre ben accetto. Il sondaggio sulle meccaniche preferite, pur generico, ha ricordato quanto ancora l’hex & counter sia al primo posto con tutte le sue peculiarità ( vedi tabelle di combattimento, del terreno, dadi, regole particolari per meglio rappresentare certi eventi). Quindi? Tutti a bordo, ma si pretende rispetto e riconoscimento del Wargame con la lettera maiuscola. E ricordarsi che 46 anni fa ( ne ho 59) se volevi studiare e giocare un Wargame come ASL, come Drive on Stalingrado o le serie di Essig e Berg, non avevi bisogno di passare per giochini camuffati da Wargame. Volere é potere. Manca il desiderio di approfondire e leggere, di sforzarsi e potrebbe diventare deleterio alla lunga. Ma facciamo buon viso a cattiva sorte e vediamo come sia possibile fare fronte a una superficialitá crescente che impedisce di leggere più di qualche paginetta. Impegno, costanza e studio sono necessari. Attenzione non ne faccio un discorso elitario: seguite le vostre passioni, ma non confondiamo. E il discorso “superficialitá” si connette direttamente al male di questo scorcio di millennio: la proliferazione degli influencer e dei designer.
Parliamo in chiave negativa dell’influencer di turno quando ci propone un Wargame al giorno ( e quando li giochi?) oppure del designer che non ha mai provato Wargame “storici” che servono a comprendere fino in fondo le caratteristiche che ci contraddistinguono. La “spettacolarizzazione” e i social hanno cambiato la percezione del nostro hobby e anche noi abbiamo dovuto adeguarci: vedi l’amico che mi ha spinto a creare video o quando avviai il podcast. E ribadisco che ho peccato anche io, seguendo troppi Wargame e rendendomi conto a un certo punto: cosí non può andare, stai diventando approssimativo e non va bene per un hobby che richiede esperienza di gioco. Da qui la conversione a U, parliamo di vero Wargame e quando é stato veramente giocato in più sessioni. Ho fatto un esempio diretto con certe trasmissioni, bravissimi conduttori, tanto di cappello, ma francamente dopo aver ascoltato analisi o prime impressioni di un Wargame conosciuto mi son detto: accidenti quante cose inesatte, ma te ne accorgi perché conosci il Wargame. Un segno? Si. Belle trasmissioni, ma dietro il vestito nulla. E questo va ad aggravare la situazione. Kickstarter da leggenda, che fanno del prossimo Wargame il sistema di gioco definitivo, oppure recensioni preproduzione che cantano le lodi del nuovo profeta del Wargame. Ho detto che malgrado l’aumento della produzione, il nostro hobby si basa ancora su quei 50 titoli, numero che incrementiamo di poche unità ogni tanto. Discorso finale va a serie ben fatte e riuscite quali Coin e Levy & Campaign, sistemi di gioco a forte caratterizzazione storica, ma allo stesso tempo freddi e per niente simulativi se rapportati alle unità in gioco che sono fortemente astratte. Grandi sistemi? Si, ma non ci rappresentano, anche se mi piace giocarci. Ibridi che probabilmente renderanno il numero di giocatori più elevato, ma poco rappresentativi della “tradizione” che va salvaguardata. Abbiamo i nostri Shakespeare, Aristotele, Dante o Platone. Sono queste colonne che ci danno un’identità. Da qui la dichiarazione di guerra a certe tendenze, ma in realtà come al solito il benvenuto va a tutti coloro che arrivano in questo gruppo e avró e avremo sempre una parola gentile e di accoglienza verso qualsiasi modello di gioco. Il prossimo podcast verterá sull’argomento: non siamo tutti Wargamer!!!! 🤣🤣🤣🤣🤣
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Il podcast – Wargamer si wargamer no

#ilgiannizzeronero Il podcast dell’altro giorno ha avuto molta risonanza nel nostro piccolo mondo. Il mio registro era chiaramente provocatorio e ho sparato palle incatenate 🤣🤣🤣🤣🤣 ( ma bisogna pur creare audience tipo zanzara 🤣). Ovviamente ci sará modo di discuterne in futuro e sarà divertente analizzare dove va il nostro hobby. Qualcuno parla di scontro generazionale, altri di una diversa sensibilità e poi ci sono coloro che giocano tutto. Al di là che nessuno si deve sentire svilito e deve seguire quello che si sente di fare ( e sarà sempre benvoluto). Il punto era: abbiamo ormai più influencer e designer che giocatori. Ho sottolineato che siamo tutti peccatori. Questi social ci spingono a creare video, podcast e quant’altro e sottraggono ( dobbiamo essere sinceri) tempo al momento più gioioso del nostro hobby: trovarsi al tavolo a giocare perché alla fine sono le ore di volo che contano, non certo le impressioni che si traggono da un primo assaggio. Troppi sono i wargame prodotti, tanti “designer”, tanti unboxing, 10 wargame appoggiati sul tavolo e via con la recensione. La “spettacolarizzazione” del nostro hobby porta comunque visibilità, ma uno sbilanciamento ci fa perdere l”anima, non ci permette più di andare a una velocità ridotta e approfondire il Wargame di turno. Ho sparato a zero anche contro sistemi di gioco quali Undaunted, Quartermaster General o similari che certamente ci fanno giocare, ma non hanno nulla di quei tratti caratteristici con cui il wargame è cresciuto. La letteratura epica del wargaming esiste, poi ci sono tante proposte che vedremo con il tempo se valide o meno. Abbiamo i Kickstarter…no grazie! Tante scatole spacciate per capolavori possedute da uno sparuto gruppo di coraggiosi ad ammuffire sugli scaffali. Perché ho elogiato titoli senza tempo quali Russian Campaign ( 1974), NLB ( 1976), Squad Leader ( 1977), ASL ( 1985), le varie serie TCS, OCS e SCS del grande Dean Essig, SPQR, Paths of Glory, Combat Commander ( 2006) e tralascio grandi titoli della SPI per non allungare troppo la lista. Li ho elogiati perché proveniamo da quei Wargame e non li vediamo passati in secondo piano anzi. Il nuovo non é sempre un miglioramento…anzi. Noi che apparteniamo a quella generazione e che abbiamo giocato quei titoli fino alla nausea certi grandi moderni sistemi quali per esempio COIN, Levy and Campaign e similari li giochiamo, ma sono titoli che rispondono al mondo dei giochi da tavolo camuffati da board wargame. Le case devono vendere e da qui la necessità di allargare il mercato con gli ibridi. Non possono fermarsi a un mercato di poche migliaia di utenti che ormai ha gli armadi pieni. All in all il board wargaming sta lentamente, ma inesorabilmente seguendo la strada della sovrapproduzione in cui scatole ” capolavoro”, l’anno dopo finiscono nel dimenticatoio. E tutte quelle scatole capolavoro sono state “cantate” nel web. La dichiarazione di guerra non è peró rivolta ai neofiti e ai loro apprezzamenti verso i nuovi sistemi ( ben vengano), bensì a un sistema che ci distrae, ci martella e non ci permette di focalizzare. Volete un wargame da una serata? Ci sono, ma non per questo dobbiamo mettere da parte le peculiarità del nostro hobby. Torneremo a parlarne e a discuterne ( l’importante é che se ne parli), ma come al solito la parola d’ordine é ” equilibrio” e rispetto della tradizione. Commentate! Stay Tuned! 🤣
PS faremo dei sondaggi in proposito 🙂
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La Battaglia di Stamford Bridge – Il video

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Il miniwargame – Perchè?

#miniwargame Perchè questa serie pubblicata dalla Chillemi Games di Chillemi Bruno ? Non certo per creare il wargame definitivo o per fare concorrenza a coloro che sono veri designer. E’ un tentativo di proporre wargame a basso prezzo per far conoscere l’abc del nostro hobby in maniera diretta e magari far crescere l’appetito per sistemi di gioco strutturati. Nella fattispecie Cesare nelle Gallie è un solitario, già proposto nella rivista “Storie di Guerre e Guerrieri” che era diretta da Guglielmo Duccoli che non finiremo mai di ringraziare per l’occasione che ha offerto a questo gruppo di divulgare il wargaming. Il miniwargame ha una tabella d’invasione, ha le tabelle di combattimento e ha dei counter di legno che sono l’ideale per far toccare “con mano” il nostro hobby. Non un’iniziativa commerciale quindi, ma un tentativo di fornire qualche cosa di tangible e allargare il “bacino” degli utenti. Gli autori non ricevono compensi come i playtester. L’editore farà un prezzo di pochi euro per rientrare dalle spese. Saranno anche miniwargame da portare in classe e completare la lezione di storia. Avremo anche cura di regalare un miniwargame ai neo soci e a coloro che rinnoveranno la sottoscrizione a Casus Belli. Ne abbiamo 10 in preparazione e ne vedrete delle belle. Stay Tuned! 🙂

 

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Il podcast ep. 23 – Designer o Wargamer?

Il Giannizzero Nero Podcast ep. 23

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London’s Burning di Gabriele Cernuschi

London’s Burning, prima partita di prova.
Giocato con regolamento costantemente sotto mano per imparare le regole, praticamente ho giocato solo la giornata del 13 agosto.
Il gioco si prospetta interessante e divertente ma lunghissimo, decisamente in linea con le desiderata di chi vuole fare una full immersion a testa bassa senza nessuno che gli “ronza intorno”. Deve essere spassoso giocarlo anche in tre, cosa che una volta speroi di riuscire a fare.
Nella giornata odiera, unica che riporterò, ci sono stati 3 raid, due radar danneggiati e una pista. 2 Dornier abbattuti ma nell’ultimo ride anche il mio Hurican e il mio Spitfire sono stati abbattuti.
Apprezzo le regole sul movimento, un po’ vago il regolamento sulla questione della rotazione all’interno dell’esagono.
Principalmente le battaglie aeree si sono tenute tra i 20 mila e i 15 mila metri mentre già al primo raid delle 7 due Stuka hanno fatto danno dai 5 mila metri.
Graficamente devo dire chè non è male ma una pimpata alla plancia di destra penso che si potrebbe azzardare. Ci devo pensare.
Il cambattimento di fatto è un mini game all’interno del gioco, forse se dovessi snellire qualcosa punterei a renderlo più fluido per velocizzarlo in caso di serata gioco.
Sicuramente giocherò lo scenario corto, poi farò un salvatagio per poi, forse continuare in altri tempi.
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ll Sondaggio – The Last Hundred Yards Russian Front (GMT)

#lasthundredyard Un tattico con nuovi concetti ed é appena giunta l’edizione dedicata al fronte orientale: Last Hundred Yards – The Russian Front. Chi lo possiede o ha intenzione di acquistarlo? Oppure siete stufi dell’ennesimo tattico sulla seconda guerra mondiale? Al solito potete inserire le vostre alternative.

 

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Norman Conquests (GMT) – Riflessioni

#normanconquests Un wargame come “Norman Conquests” non si valuta solamente secondo mappa, meccaniche e ordine di battaglia ( anche se rimangono elementi da considerare), ma sull’impulso che può dare all’approfondimento del periodo. Spesso siamo costretti a provare in solitario le nostre scatole e l’apertura della confezione, la lettura delle brevi introduzioni storiche, il piazzamento delle unità sulla mappa costituiscono il primo vero approccio che ognuno di noi fa. Lo definirei quasi un rito, ma prima di incrociare le spade con l’amico avversario di turno é un passaggio obbligato che alimenta l’aspetto ‘solitario’ del nostro hobby. Spesso ci si ferma a questo primo livello che comunque può soddisfare i nostri desideri. Il passo successivo é quello di “giocare” il Wargame che ci restituisce un quadro completo sull’efficacia delle meccaniche messe in campo. Nella fattispecie non si può che elogiare “Norman Conquests” che risulta un prodotto ottimo alla luce di quanto precisato. Poi subentra la critica, sorgono i dubbi sulla mappa utilizzata, sulla presenza o meno di una tipologia di unità, ma passano in secondo piano rispetto a quello che può dare “Norman Conquests”. Le battaglie più o meno note, le brevi analisi storiche, la possibilità di modificare con house rule le condizioni di partenza o le condizioni di vittoria sono i punti di forza di questo buon Wargame di cui tutto si può dire meno che manchi la cura. É oltre un mese che questa scatola viene aperta e chiusa, studiata e analizzata e sarà così per i prossimi mesi. Certo l’alternativa a “conoscere” questo periodo sta nel leggere un buon libro, ma volete mettere la comprensione maggiore che può darvi ” Norman Conquests” che per argomento e cura non può mancare sullo scaffale dell’appassionato del Medioevo?
“According to Snorri Sturluson, before the battle a single man rode up alone to Harald Hardrada and Tostig. He gave no name, but spoke to Tostig, offering the return of his earldom if he would turn against Hardrada. Tostig asked what his brother Harold would be willing to give Hardrada for his trouble. The rider replied “Seven feet of English ground, as he is taller than other men” (implies that both Hardrada and his army will be killed and buried on English soil). Then he rode back to the Saxon host. Hardrada was impressed by the rider’s boldness, and asked Tostig who he was. Tostig replied that the rider was Harold Godwinson himself.[14] According to Henry of Huntingdon, Harold said “Six feet of ground or as much more as he needs, as he is taller than most men.”[citation needed]
The sudden appearance of the English army caught the Norwegians by surprise.[15] The English advance was then delayed by the need to pass through the choke-point presented by the bridge itself. The Anglo-Saxon Chronicle and the Chronicle of Henry of Huntingdon has it that one of the Norwegians (possibly armed with a Dane Axe) blocked the narrow crossing and single-handedly held up the entire English army. The story is that this Viking alone cut down up to 40 Englishmen and was defeated only when an English soldier floated under the bridge and thrust his spear through the planks in the bridge, mortally wounding the warrior.[16][17] His name was not preserved in the aftermath of this battle.
This delay had allowed the bulk of the Norse army to form a shieldwall to face the English attack. Harold’s army poured across the bridge, forming a line just short of the Norse army, locked shields and charged. The battle went far beyond the bridge itself, and although it raged for hours, the Norse army’s decision to leave their armour behind left them at a distinct disadvantage. Eventually, the Norse army began to fragment and fracture, allowing the English troops to force their way in and break up the Scandinavians’ shield wall. Completely outflanked, and with Hardrada killed with an arrow to his windpipe and Tostig slain, the Norwegian army disintegrated and was virtually annihilated.[18]
In the later stages of the battle, the Norwegians were reinforced by troops who had been guarding the ships at Riccall some 25 km away, led by Eystein Orre, Hardrada’s prospective son-in-law. Some of his men were said to have collapsed and died of exhaustion upon reaching the battlefield. The remainder were fully armed for battle. Their counter-attack, described in the Norwegian tradition as “Orre’s Storm”, briefly checked the English advance, but was soon overwhelmed and Orre was slain. The Norwegian army were routed. As given in the Chronicles, pursued by the English army, some of the fleeing Norsemen drowned whilst crossing rivers.[2]
So many died in an area so small that the field was said to have been still whitened with bleached bones 50 years after the battle.[19][20]”
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La Battaglia di Stamford Bridge – Norman Conquests (GMT)

#normanconquests La battaglia di Stamford Bridge che segnò la fine delle razzie vichinghe nell’Inghilterra settentrionale appare un pochino controversa e metà mappa è praticamente esclusa dal gioco. Certamente non è certa la posizione dell’armata norvegese di Hardrada e il fratello di Harold, Tostig, ma perchè mettere un fiume non guadabile alle spalle dell’armata sassone? Il re norvegese stava aspettando la resa di York e per dare un senso allo scenario ( completamente sbilanciato a favore di Harold d’Inghilterra) bastava far iniziare la battaglia a ovest del fiume Derwent per dare una chance ai norvegesi. Così come è posto lo scenario, non c’è il minimo spazio di manovra e a meno che arrivino i rinforzi guidati da Orre di Norvegia, il destino dei vichinghi è segnato. Il fiume non ha senso e si poteva tranquillamente omettere. Scenario rivedibile e secondo lo scrivente modificabile per utilizzare l’intera mappa. Da notare che i vichinghi hanno tutti modificatori sfavorevoli. Meglio farli iniziare con una formazione a muro di scudi. Comunque molto apprezzata la possibilità di ricostruire sia la battaglia di Fulford che quella di Stamford.

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